Come scegliere un buon nutrizionista

Come scegliere un buon nutrizionista

Se negli ultimi tempi si è un po’ esagerato con il cibo o se la dieta che si segue è del tutto scorretta, una delle conseguenze che si nota subito è un fisico rotondetto, è tutta colpa di quei chili di troppo che si sono depositati qua e là.

Allora è proprio arrivato il momento di rimettersi in carreggiata, se non si vogliono ripetere i soliti errori, è il caso di chiedere un aiuto ad un vero professionista esperto e qualificato, in grado rieducare ad una sana quando equilibrata alimentazione.

Certo scegliere quello che potrebbe risolvere il problema, non è certo facile vista la vasta gamma fra cui cercare, il primo passo è quello di accertarsi che sia un biologo iscritto nell’apposito albo o un medico sempre con regolare iscrizione, in questo modo si possono escludere tutti coloro che promettono diete miracolose, da fare in poco tempo e con risultati stupefacenti.

Altro elemento importante è informarsi in quale campo opera, è pur vero che per fare questo mestiere non è obbligatoria una specializzazione, ma vi sono alcuni che si occupano prevalentemente della nutrizione sportiva, altri che preferiscono seguire, bambini, anziani o donne in stato di gravidanza, è bene scegliere quello meglio risponde al proprio problema.

L’approccio usato dallo specialista permette di conoscere meglio chi si ha di fronte, un colloquio rapido ed una dieta standard, non è mai un buon inizio, se al contrario effettua un’accurata visita per capire l’esistenza di patologie, i gusti, il cibo che si preferisce e gli obiettivi che si vorrebbero raggiungere è già un segno di professionalità.

La sincerità anche se diversa dalle aspettative va sempre accettata, un nutrizionista dopo aver fatto le sue valutazioni, potrebbe ritenere che il paziente non abbia affatto necessità di perdere peso, anzi potrebbe stilare una dieta per metter su qualche chilo.

Psicologia: Aracnofobia

L’aracnofobia fa parte delle fobie semplici, ed è la paura incontrollabile dei ragni, il solo pensiero terrorizza un gran numero di persone, a volte il disagio è talmente intenso e forte, che la vista di un ragno può scatenare dei veri e propri attacchi di panico.

Pur essendo solo dei minuscoli animaletti, la paura che suscitano è la più diffusa in assoluto nella cultura occidentale, insieme a quella per i topi ed i serpenti, molti non temono solo i ragni, ma anche le loro elaborate ragnatele, forse perché queste trasmettono l’idea di restare intrappolati e non avere alcuna via d’uscita.

L’aracnofobia in effetti nasconde disturbi molto più gravi, a seconda della gravità si possono avere reazioni diverse, si passa dalla semplice repulsione, fino alla degenerata ossessione per essi ed a reazioni irrazionali, oltre che sproporzionate.

Alcune persone manifestano: vomito, sudorazione eccessiva, aumento della frequenza cardiaca, nausea e respiro affannoso.

Le cause dell’aracnofobia possono essere diverse, come: uno squilibrio di alcuni neurotrasmettitori, la paura può essere comune ad alcune culture, un’esperienza traumatica con i ragni o semplicemente per una risposta condizionata, dopo aver visto la reazione di paura in altre persone.

Essendo un disturbo prettamente psicologico, va trattato come tale, per cercare di ridurre l’ansia, alcune persone cambiano addirittura il proprio stile di vita, evitando di vivere in zone di campagna o a non voler uscire di casa in determinati periodi dell’anno.

Molto efficace la cura della desensibilizzazione sistematica, che consiste nell’aiutare la persona ad affrontare e superare gradualmente la sua paura, ripartendo dalle origini della sua fobia, con la prescrizione del sintomo, facendo gradualmente avvicinare la persona all’animale che scatena la sua fobia.

Pensi di soffrire di questo disturbo? Puoi provare a chiedere una consulenza a una psicologa a Verona per un consulto online o in studio.

I migliori documentari visti su Netflix

I migliori documentari visti su Netflix

Se pensate che su Netflix si possono visionare solo film, serie TV o anime, vi sbagliate di grosso, gli appassionati di documentari di qualsiasi genere, dallo sport alla cucina, dalla storia alla natura e molto altro, hanno trovato il canale giusto, con il suo vastissimo catalogo tematico.

Il Nostro Pianeta realizzato in 4 K per rendere maggiormente interessanti e spettacolari le immagini, mostra le più belle zone incontaminate del nostro pianeta.

Allo stesso tempo offre numerosi spunti di riflessione, mettendo in evidenza l’impatto nocivo causato dai comportamenti umani, che hanno determinato il surriscaldamento globale, e ricordando che non è mai troppo tardi per mettere in atto soluzioni per contrastare il cambiamento climatico.

Nei tanti documentari vengono affrontati temi vari tutti attuali, come in Strong Island dove vengono condannate tutte le discriminazioni razziali, viene ripercorsa la storia dell’omicidio del fratello del regista, che molto giovane perse la vita per mano di un diciannovenne bianco e di come questo dramma, distrusse tutta la famiglia.

E che dire dell’acclamatissimo The Last Dance, un documentario che ha letteralmente affascinato gli appassionati e gli amanti del basket.

In una straordinaria serie viene riproposta la vita e la carriera di uno dei più grandi ed amati giocatori di basket, ovvero quella di Michael Jordan, tutta concentrata sulla stagione 1997-1998, disputata dai Chicago Bulls, la visione è davvero accattivante e realistica, le immagini, molte delle quali inedite al grande pubblico dei fan, sono realizzate direttamente dalla troupe dell’ NBA, che era al seguito della squadra.

Gli appassionati del crimine potranno immergersi nella mente di uno spietato quando seriale criminale in: Conversazioni con un Killer: Il caso Bundy, si ha l’impressione di vivere in prima persona le indagini, attraverso le varie testimonianze, comprese quelle dei suoi familiari, i vari filmati ancora presenti negli archivi della polizia e non per ultimi i racconti strazianti delle crudeltà a cui sono state sottoposte le vittime. Per altre informazioni sui documentari, sul doppiaggio e sulle tecniche di speaker in italiano documentari vi consigliamo il sito voceprofessionale.it

Cabilia: la bellezza dei gioielli berberi

La bigiotteria ed i particolare i gioielli dell’arte berbera in Marocco, sono i prodotti dell’artigianato locale tra i più acquistati dai turisti, che preferiscono trascorrere una vacanza in questo meraviglioso quando affascinante Paese.

I gioielli berberi hanno rivestito nei secoli, un ruolo molto importante nella vita delle famiglie, infatti rappresentano il simbolo di appartenenza di una data persona ad una famiglia o ad una classe sociale.

Le linee raffinate magistralmente realizzate dalle mani di abili maestri, che le realizzano in pregevole fattura, utilizzando spesso dei materiali con proprietà terapeutiche, sono dei piccoli capolavori che si possono acquistare a prezzi davvero ragionevoli.

Nella cultura berbera ogni gioiello ha un suo significato simbolico e protettivo, al di la della loro bellezza e dell’aspetto decorativo, solitamente sono realizzati in argento o in metalli meno nobili e pietre semi preziose.

L’argento ha in se e trasmette un potere rilassante, i berberi l’hanno sempre usato come rimedio contro i reumatismi

Tra le varie pietre la preferita è senza dubbio l’ambra , si ritiene che protegga dal malocchio e faccia crescere in chi la indossa felicità e spensieratezza, un’altra molto usata per fare collane, bracciali o orecchini è il corallo, che sembra favorire la fertilità, sia nell’uomo che nella donna.

Tra i gioielli più diffusi troviamo un’ampia varietà di anelli, decorati con pietre, legno o altro materiale, ci sono poi gli orecchini berberi, spesso molto eleganti, ma anche vistosi e coloratissimi.

I bracciali sono forse i gioielli più diffusi, le donne marocchine amano indossare monili di grandi dimensioni, molto colorati e con complesse decorazioni, sempre arricchiti di pietre colorate, con fori e tagli geometrici.

Spesso sono delle pregevoli imitazioni degli antichi gioielli berberi, che una volta erano realizzati con le monete d’argento provenienti dal Sacro Romano Impero.

Per maggiori informazioni vi rimandiamo al portale di viaggio in Marocco MamoTravel.com

Musica: lo Swing

Lo Swing nasce negli anni ’20 in due località molto diverse tra di loro, a New York ed a Kansas City, il genere diventa così popolare ed apprezzato, tanto da esser suonato non solo ad Hollywood, ma anche negli spettacoli teatrali e persino sul grande schermo.

La parola swing significa letteralmente “Dondolare”, infatti è un ballo divertente, frenetico ed energico, comprende una moltitudine di stili e di correnti, ispirando i grandi jazzisti di quegli anni, dividendosi in seguito in diverse ramificazioni.

Pur essendo il Jazz un fenomeno delle comunità afroamericane del Sud, si arricchisce dell’apporto di numerosi musicisti bianchi.

E’ un genere rappresentativo di un’intera epoca, non si tratta semplicemente di musica, ma esprime in generale un modo nuovo d’interpretare il Jazz, è il Jazz che si balla seguendo il ritmo, che ha come protagonista il canto, le voci femminili dalla vocalità morbida e vellutata coinvolgono in maniera inedita la nuova generazione, in un periodo storico molto difficile, come quello della Grande Depressione.

Tra gli anni ’30 e ’40, questo genere venne promosso dalle big band, che inizialmente si esibivano nelle sale da ballo, in seguito realizzarono delle registrazioni, grazie alle prime case discografiche.

Gli strumenti musicali che venivano usati erano diversi, oltre a quelli a fiato, c’era il pianoforte, il contrabbasso, la chitarra e la batteria.

Il tempo dello swing è il periodo in cui le canzoni scritte per i musical, diventano patrimonio di tutti, i grandi artisti le prendevano come basi, per arricchirle con improvvisazioni sempre più complesse, come nel caso dell’inimitabile Louis Armstrong.

Tra i nomi più importanti di coloro che contribuirono allo sviluppo di questo genere, troviamo: Duke Ellington, Benny Goodman, Glenn Miller, Harry James. Per altre informazioni sul mondo musicale vi rimandiamo al sito personale del sassofonista italiano classico Massimo Giacchetti, musicista sassofonista classico.

Come truccare il viso secondo l’età

Se si hanno tra i 15 e i 20 anni, l’ideale per la tua pelle e che abbia un aspetto trasparente. I tratti non sono ancora definiti prima dei quindici anni, tutte le forme che si vedono nello specchio non sono ancora definite, quindi i toni molto naturali sono i più appropriati.

Con un età compresa tra i 20 e i 30 anni, a seconda del tipo di pelle, i prodotti senza olio sono la scelta migliore. Le pelli giovani tendono ad essere naturalmente lucide, ma questo non deve impedire l’uso di prodotti di trucco che in alcuni casi ci danno un po’ di untuosità in tempi come l’inverno, quando la pelle tende ad asciugarsi un po’. Questo per prevenire la comparsa precoce delle linee di espressione.

La vostra età è tra i 30 e i 40 anni? Il consiglio migliore è dare luce alla pelle. Potete avere la libertà di indossare alcune tonalità forti come il blu, il fucsia, il lilla, tra gli altri, sempre a seconda del colore della tua pelle e del tipo di base o la CC che si applica.

Quando siamo oltre gli anta, in un’età compresa tra i 50 e i 60 anni, l’idea migliore è quella di scegliere prodotti per il trucco che non accentuano le linee sottili e illuminano la pelle. La scelta tra le basi di trucco e BB Cream o CC Cream sono ideali. Ombre e rossetti opachi, in colori molto tenui come il rosa o il ciliegio, danno l’illusione di una donna la cui pelle appare molto naturale, quasi trasparente, ma con una leggera tonalità di colori che si armonizzano con le caratteristiche, la personalità, lo stile e il luogo in cui andare. E’ necessario utilizzare articoli di trucco compatti che vengono elaborati in una miscela di panna e polvere.

Ricette tradizionali italiane: Orecchiette con le Cime di Rape

Orecchiette con le Cime di Rape

Uno dei piatti rappresentativi della cucina tradizionale pugliese sono le “Recchitelle” o gli “Strascinati”, meglio conosciute in tutto il mondo, come le Orecchiette con le cime di rape.

Questo piatto non richiede tempi lunghi di preparazione ed il vero segreto per una perfetta riuscita, sta proprio nella cottura ottimale delle verdure insieme alla pasta, le tipiche orecchiette, più gustose se sono fatte a mano, con la semola di grano duro, che assorbe meglio gli aromi.

Ingredienti:

  • 1 KG di Rape
  • 1 spicchio di Aglio
  • Acciughe sott’olio
  • Olio extra vergine di oliva
  • 50 grammi di Pan Grattato
  • Sale fino q.b.

Per le orecchiette:

  • 200 grammi di Semola di Grano duro
  • Sale fino
  • Acqua q. b.

Preparazione:

Versate la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungete un po’ di sale e l’acqua ed iniziate a lavorare l’impasto, quando sarà elastico ed omogeneo, dategli la forma di una palla, copritelo con uno strofinaccio e lasciatelo riposare per 15 minuti.

Quindi prendete un po’ di pasta, fate un filoncino e tagliatelo a pezzetti di 1 centimetro, aiutandovi con la punta di un coltello, cercate di dar loro la forma di una piccola conchiglia, quindi rigiratela su se stessa e continuate così con il resto dell’impasto.

Pulite le cime di rape eliminando le foglie grosse, lasciando solo quelle più tenere ed il fiore, sciacquatele bene ed asciugatele.

Nel frattempo prendete una padella larga, mettete l’olio ed aggiungete il pan grattato, lasciatelo abbrustolire a fuoco basso e tenetelo da parte.

In una padella preparate il soffritto, versate l’olio, l’aglio schiacciato ed i filetti di acciuga, scolati del loro olio, mescolate bene finché questi si saranno sciolti, togliete l’aglio e spegnete il fuoco.

Prendete una pentola capiente riempita di acqua salata, portate ad ebollizione e lessate le cime di rape per almeno 5 minuti.

Quindi mettete a cuocere nella stessa acqua le orecchiette, scolate il tutto e versatelo nella padella del soffritto, saltate bene, quindi impiattate, aggiungendo per ultimo un filo d’olio ed il pan grattato tostato, per chi lo ama anche del peperoncino piccante. Per altri informazioni su cibo e vini vi consigliamo il portale Kitchen.it, troverete preparazioni tradizionali come la ricetta dei cornetti ed informazioni su ingredienti particolari e della tradizione italiana.

Regali originali ed insoliti: Sabbia cinetica

Il Natale si sa porta sempre molta gioia, soprattutto fra i più piccoli, che contano i giorni che mancano all’arrivo di Babbo Natale, per scartare i vari pacchetti e scoprire se racchiudono ciò che desiderano.

Visto che anche i più piccoli, sono sempre connessi con strumenti tecnologici, dei quali sono dei veri maghi, quest’anno potreste regalar loro qualcosa di palpabile, vale a dire qualcosa che sviluppi il loro senso tattile e soprattutto la loro fantasia, cioè della Sabbia Cinetica.

E’ un ottimo passatempo per tener impegnati i bambini, specialmente nelle giornate piovose o invernali, come valida alternativa alla televisione o ai video giochi.

Questa sabbia magica capace di allungarsi e compattarsi con estrema facilità, è in realtà una moderna pasta facilmente modellabile quasi come la creta, la cui consistenza ricorda un po’ la sabbia bagnata presente in riva al mare, ma al contrario di questa offre enormi vantaggi.

Primo fra tutti non è del tutto sicura, essendo composta per la maggior parte, ovvero il 98% da sabbia pura e solo il 2% da un polimero che non è assolutamente dannoso per la salute.

La cosa più interessante è che dura a lungo nel tempo, grazie alle sue proprietà non sporca, non si attacca alle mani e tanto meno ai mobili, ma solo a se stessa, al contrario delle varie paste modellabili sue simili, presenti sul mercato.

I bambini la possono usare in mille modi, usando ad esempio le formine come al mare, oppure stendendo uno strato uniforme trasformarla in una lavagna, dove disegnare o esercitarsi a scrivere si possono creare delle piste e divertirsi facendo correre le automobiline.

Infine quando sono stanchi basta riporla nel suo contenitore, senza paura che si secchi, in attesa di nuovi giochi. Per idee regalo di Natale vi suggeriamo il sito IdeaRegalo.it

Psicologia: Arte- terapia

L’Arte-terapia mediante l’uso di materiali pittorici, aiuta a sviluppare nell’individuo le sue capacità di comunicazione e relazione, recuperando il suo sviluppo sul piano cognitivo, affettivo e psicosociale.

L’arte terapia nasce intorno agli anni quaranta dall’unione dell’arte con la psicoanalisi, formando un modello unico nel quale le due discipline si fondono perfettamente.

Viene usata prevalentemente in ambito educativo e formativo, ma anche in quello sanitario e riabilitativo, la si può iniziare a qualunque età, non serve una particolare predisposizione e tanto meno una tecnica specifica o una vena artistica, buoni risultati si ottengono nel recupero dei tossicodipendenti, con i bambini e con gli anziani.

Questa tecnica prevede lo studio dei processi psicologici, che intercorrono nella persona nel relazionarsi con il mondo interno ed esterno, usando il proprio potenziale creativo per affrontare blocchi psicologici, disagi psichici o relazionali.

Attivando delle risorse che ognuno possiede, ma che ignora, si può elaborare il proprio vissuto, dandogli una dimensione ed una forma che si può trasmettere agli altri.

In un laboratorio si possono intraprendere diversi percorsi, come la pittura, il collage, il semplice disegno, la lavorazione di materiali come la creta o la terracotta, dedicarsi alla scrittura creativa, come la narrazione di storie, suonare uno strumento, ma anche danza e teatro.

Secondo Jung “L’arte arriva dove non può la parola”, infatti questo approccio non verbale è una via d’accesso all’inconscio e presuppone che ad un processo creativo corrisponda un miglioramento della qualità del vissuto.

L’importante è poter esprimere se stessi, liberare le proprie emozioni e comunicare liberamente con gli altri, valorizzando i mezzi personali di cui si dispone e potenziare il processo trasformativo, facendo si che vi sia la giusta integrazione tra l’inconscio ed il conscio.

Viaggi: Kathmandu  –  Nepal

Il Nepal è un Paese ricco di fascino, con i meravigliosi templi indù e luoghi di culto buddisti, di storia, suggestiva di grande contemplazione e spiritualità, con una forte influenza che la fede esercita sulla vita di tutti i giorni, dove le tradizioni e le usanze sono radicate e rispettate.

Kathmandu è la capitale del Nepal e comprende ben 7 diverse aree monumentali diventati Patrimonio Nazionale dell’UNESCO.

Nel cuore storico della Città Vecchia sono concentrati gli edifici antichi e più spettacolari, lungo i quali la piazza crea dei quadrilateri con cortili e templi, tra questi uno dei più interessanti è l’Hanuman Dhoka che si estende su 20.000 metri quadrati, dedicato a Hanuman il Dio Scimmia, nella parte ovest c’è il Museo Tribhuwan che espone: sculture in pietra e legno, troni, gioielli, mobili ed una collezione rara di monete.

Uno dei luoghi più antichi e più santi per gli abitanti è Swayambhunath, ovvero il Tempio delle Scimmie, queste secondo la tradizione sono animali sacri, è situato su un’altura dalla quale si gode di uno spettacolare sguardo su tutta la città ed il panorama circostante.

In una zona della città si trova il luogo più venerato dai buddisti, il Boudanath Stupa, è una piazza molto ampia delimitata da un cerchio di edifici, tutto intorno si sente il salmodiare delle preghiere .

Si vedono file di bandiere colorate, su cui sono scritte le preghiere, un elemento sempre presente sono le campane buddiste cilindriche e disposte in fila, che vengono fatte roteare dai fedeli, mentre camminano, in segno di preghiera.

A circa 7 chilometri da Kathmandu su di una collina trova posto il Monastero di Kopan dedicato al buddismo tibetano, ospita monaci, lama ed insegnanti, che dedicano la loro vita alla conservazione delle tradizioni ed alla trasmissione degli insegnamenti buddisti.

Se siete interessati a viaggi in location più vicine, vi consigliamo un viaggio personalizzato in Marocco. Per maggiori informazioni vi suggeriamo il portale MamoTravel