E’ noto ormai a tutti che il packaging è importante per promuovere l’acquisto di un prodotto. Questo vale anche nel ramo farmaceutico. Il consumatore si lascia influenzare molto dall’estetica e dalle confezioni quando si trovano a decidere se acquistare un oggetto invece di un altro.

Pensate che oggi come oggi, circa il 70% delle vendite è fatta proprio in base all’estetica del prodotto. Per il consumatore è quasi fondamentale. Nel campo dei farmaci passa in secondo piano questa cosa perché in fin dei conti compriamo le medicine in base ai bisogni e le prescrizioni mediche. E’ vero anche che dalla confezione di un farmaco non ci aspettiamo un’estetica accattivante (come potrebbe essere per un profumo), ma piuttosto una pulita, ordinata e con le informazioni essenziali. Questo dona fiducia nella persona che deve comprare e assumere il farmaco.

Un farmaco deve mostrare chiaramente qual è il principio attivo, deve dire qual è la dose della singola compressa, il produttore, gli altri componenti presenti al suo interno. Occorre la confezione originale, che fa distinguere un prodotto dagli altri che sono presenti in commercio. Deve perciò saper comunicare in modo molto chiaro.

Il packaging farmaceutico è importantissimo. Devono essere riportate le informazioni complete ed esaustive riguardo al farmaco e devono risultare, per quanto possibili, comprensibili. Importante quindi per l’azienda che si occupa del packaging di saper trasmettere i valori della causa farmaceutica oltre che le giuste informazioni. Le aziende investono molto sulle confezioni. Tra l’altro l’industria farmaceutica è in crescitae secondo l’OMS nel 2017 ha avuto una crescita di centinaia di migliardi di dollari. L’effetto collaterale è quello dei farmaci contraffatti. Circa l’1% dei prodotti farmaceutici è contraffatto, solo nei paesi sviluppati. Se si guarda in tutto il mondo, la percentuale sale al 10%. Sono due fattori collegati. La direttiva UE offre indicazioni chiare per arginare il problema. E’ importante curare la confezione, in modo da dare sicurezza ai pazienti e ridurre o eliminare i prodotti contraffatti in commercio.

Guardando al settore generico del packaging invece, è stato stimato un valore di 38 miliardi di euro. Di questa somma, 8 miliardi sono dati dai beni strumentali, i quali sono ottenuti da Ipack UMA, sui dati ANIMA e UCIMA del 2014. Come beni strumentali s’intendono le macchine, i sistemi e le tecnologie. 30 miliardi sono invece dati dal settore imballaggi, dove ci sono appunto il packaging e i materiali.

Le tecnologie e le macchine, per quanto riguarda quello che viene realizzato in Italia, è considerato un’eccellenza assoluta. Si parla di un export del 70%, che è superiore a quella del packaging. La filiera italiana conta invece circa 139.167 addetti complessivi, di questi, circa 105 mila sono nel settore imballaggi mentre il restante nei beni strumentali.

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